61°

Balabà ha la mente affollata da ricordi e non può che sorridere al dolore.

Nella memoria il primo viaggio nell’inverno verso Catinaccio e Latemar, la 600 saliva lenta la stretta strada nel buio imbiancato dalla nevicata, le rosse rocce verticali delle gole strette appena illuminate dai fari, si parlava poco, tutti presi da ciò che vedevano.

Nella memoria il giorno degli orali di Maturità, nel chiostro caldo e luminoso di Luglio camminava calmo, persuaso che ormai si avvicinava l’ora in cui dimostrare che i cinque anni avevano sparso in lui qualche seme, desiderava riuscire, che il passato schiudesse un futuro.

Nella memoria i primi passi sulla capezzagna della terra tornata di famiglia, osservando le piccole piante di granturco, germogli d’un verde intenso, nel quali gli pareva di scorgere la vita scorrere decisa, pensò che di lì a qualche mese le avrebbe viste alte, pronte al raccolto.

Nella memoria il primo giorno in cui entrò nell’aula come docente, appena intimidito dalla ventina di allievi che lo guardavano curiosi, forse stupiti dai pochi anni che lo separavano da loro. Li salutò con un sorriso, conosceva il loro stato d’animo e scopriva il suo.

Balabà ha la mente affollata da ricordi e non può che sorridere al dolore. Sa di accingersi a lasciare la vita e il sorriso nasce perché può pensare di averla vissuta bene.

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