60°

Balabà guarda il sole sorgere e colorare il cielo di quella che vorrebbe la sua ultima alba.

E’ già sorto sopra Vatulele, ha tinto di rosso l’acqua limpida della laguna racchiusa dalla barriera corallina e la sabbia candida della spiaggia profonda e le fitte palme luccicanti dell’umidità più densa della notte.

E’ già sorto sopra Hakone e ha sparso il rossore sul lago e sulle rive brune, su tetti ricurvi, quelli piccoli delle case e quelli grandi degli alberghi, sui sentieri lastricati che percorrono i boschi dove già qualcuno cammina lento, assaporando l’aria fresca del mattino.

E’ già sorto sopra Hong Kong, disegnando innumerevoli ombre di imbarcazioni sul canale che separa l’isola dalla terraferma, risplendendo sulle finestre dei grattacieli e insinuandosi nei seminterrati degli edifici in cui già ferve il lavoro di tanti uomini e donne.

E’ già sorto sopra Corfù, ha tinto di rosso i palazzi, le strade e le piazze che ricordano Venezia, l’acqua azzurra e gelida nella piccola stretta cala di Palaiokastritsa, nella quale una coppia nuota veloce avvicinandosi alle rocce che serrano il mare.

Balabà guarda il sole sorgere e colorare il cielo di quella che vorrebbe la sua ultima alba. Desidererebbe davanti a sé una distesa d’acqua come quella che vede nei ricordi, una corrente alla quale si affiderebbe certo sereno se non lieto.

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