59°

Balabà può vedere dai due lati delle nuvole.

Al di là piove piano sulla riva del fiume, luccica l’erba sull’argine, alta e folta, mossa appena dal vento, brillano umide le foglie dei pioppi e delle robinie, già tinte dei colori dell’autunno, se ne sente il fruscio nella brezza, un suono dolce e malinconico.

Al di là risplendono le stelle, fitte nel cielo sereno, sembrano parlarsi lampeggiando nell’oscurità, risplendendo una più dell’altra, bianche gialle e rosse nel buio blu, a tratti paiono seguirsi, muoversi insieme quasi giocando.

Al di là cade la neve, fiocchi grandi e radi che danzano nel vento, si posano sui rami verdi degli abeti e su quelli spogli dei larici, tingono di bianco il bosco, e cadono sull’ampia radura coprendola poco a poco di una coltre spessa e luccicante.

Al di là risplende il sole ancora venato del rossore dell’alba, sparge i suoi raggi sul mare racchiuso da lunghe braccia di sabbia bianca, una spiaggia sulla quale si distendono le ombre della pineta, quasi dita di innumerevoli mani.

Balabà può vedere dai due lati delle nuvole, immagina come scorrerebbe al di là la sua vita che al di qua si spegne, inesorabile.

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