52°

Balabà ricorda giorni e anni ricchi di colori.
Rivede ragazzi che riempiono un prato davanti al palco sul quale si esibiscono Jimi, Neil, Joni e tanti altri, decisi a dividere la propria arte con quelle folle allegre, disordinate, piene di vita, ansiose di abbandonarsi all’emozione della canzone amata nell’istante.
Rivede sconosciuti che si incontrano, nelle mani il giornale che grida i primi passi dell’uomo sulla luna, si fermano a dire anche solo poche parole, a condividere con un sorriso stupore ed entusiasmo per quel momento, qualcosa di eccezionale mai vissuto così.
Rivede i volti sereni di nemici che infine si stringono la mano, dietro i sorrisi la fatica di duri confronti, della ricerca di un terreno sul quale camminare infine uno accanto all’altro e non uno contro l’altro, per schiudere giorni nuovi non solo ai propri cittadini.
Rivede i soldati abbassare i fucili, consapevoli di non potersi opporre alla folla che oltrepassa il confine per anni invalicabile, barriera tra uomini e donne animati dallo stesso desiderio di vedere infine svanire ogni traccia di una separazione ingiusta e di abbracciarsi.
Balabà ricorda giorni e anni ricchi di colori, memorie ormai sbiadite, offuscate irrimediabilmente dall’oscurità del triste secolo in cui vive la sua fine.

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