49°

Balabà vede oltre la nebbia che ha negli occhi e gli appaiono volti.
Guarda il suo volto, per la prima volta da vicino, separato da lei da alcuni banchi nella classe piena di luce, si sente illuminare dai suoi occhi azzurri e dai suoi capelli biondi che scendono sul grembiule nero raccolti in una treccia.
Guarda il suo volto mentre lei passa veloce accanto per servire un altro tavolo, il fumo nella sala sbiadisce il castano della chioma folta, cornice dei tratti delicati e della liscia pelle abbronzata che fissa bevendo l’ultimo sorso dal bicchiere.
Guarda il suo volto sul quale la neve riflette la luce intensa del sole di febbraio, rallenta per smarrirsi nel verde degli occhi che osservano le rotaie davanti a loro e gli alberi che scorrono piano vicini, i rami bianchi appena accarezzati dal vento.
Guarda il suo volto cosparso dalle macchie di colore diffuse dallo schermo del computer, il suo sguardo e la sua espressione attenti, concentrati nel silenzio dell’ufficio in cui scarsa luce del giorno si mescola a quella dei neon.
Balabà vede oltre la nebbia che ha negli occhi e gli appaiono volti che ha amato per pochi istanti o che amerà per sempre, tutti ormai silenziosamente.

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