43°

Balabà ritrova nella memoria la magia di ognuna di loro.
Lei passava piano le dita tra i capelli biondi, lo sguardo fisso sul professore che percorreva lentamente l’aula, quasi sussurrando i versi di Virgilio che poi spiegava con la sua voce piena. Lui, guardandola, li sentiva più belli, arricchiti dai suoi occhi e dal suo sorriso.
Lei, seduta sul divano nell’aria calda che entrava dalle finestre aperte, si muoveva dolcemente al ritmo delle chitarre suonate dai tre padri di amici. Lui osservava il morbido ondeggiare dei seni sotto la camicetta azzurra come il cielo di giugno in cui il sole si spegneva.
Lei gli camminava accanto nella sera fresca di settembre, poco si dicevano nel silenzio della strada quasi deserta e già un po’ buia, tenendosi per mano, di tanto in tanto accentuando la stretta quando più le parole lo volevano e non trovavano il coraggio di baciarsi.
Lei dormiva sempre più di lui, che nel buio attendeva anche a lungo il suo risveglio, deciso a non turbarne il riposo, a darle modo di ritrovare nel sonno l’energia e la voglia di vivere che rendevano luminoso il suo animo, così che lui non desiderava solo il suo corpo.
Balabà ritrova nella memoria la magia di ognuna di loro. Sorrisi, sguardi, parole, baci, carezze, amplessi, tutto ormai lontano, ricordi però limpidi, che spargono calda emozione.

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