7° - 09.03.2021


Balabà ascolta il silenzio.
Lo ha ascoltato fermo in cima a una scogliera, lungo un sentiero quasi sospeso sull’acqua, mentre il sole di giugno si alzava lento sopra il mare, attraversando le nuvole e spargendo luce sui cespugli di rosmarino, del cui profumo l’aria era satura.
Lo ha ascoltato percorrendo un bosco dopo la pioggia, posando i piedi con prudenza per non calpestare le piante di mirtillo e di fragole, guardando i piccoli steli colorati dai frutti, nelle narici l’odore di legno marcio e di funghi portato a tratti dal vento fiacco.
Lo ha ascoltato attraversando la città nel cuore di una notte nel cuore di un’estate, camminando su marciapiedi rischiarati dai lampioni, godendo la bellezza di scorci finalmente vuoti, solo suoi, sui quali l’afa stendeva il puzzo sparso dai cassonetti.
Lo ha ascoltato nell’avvicinarsi del tramonto, guardando campi di barbabietole ormai sgombri, seguendo con lo sguardo le file parallele dei residui lasciati dalle macchine raccoglitrici, respirando l’aria aspra e dolciastra insieme che saliva dalla terra.
Balabà sa ascoltare il silenzio e sentirne gli odori.

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