6° - 06.03.2021

Balabà conosce la pioggia.
L’ha guardata scendere pigramente sul terreno autunnale, fresco di aratura, sulle lunghe fette distese l’una accanto all’altra, ancora compatte per il calore estivo, avide dell’umidità che, giorno dopo giorno, le scioglierà, aiutando l’opera dei contadini.
L’ha guardata cadere impetuosa e fitta sulla spiaggia, facendo schizzare in aria la sabbia per qualche minuto, prima che, ormai fradicia e scura, si offrisse arrendevole alle grosse gocce e si lasciasse disegnare come un mare, immobile sotto i fulmini del temporale.
L’ha guardata posarsi a lungo sui prati adagiati tra le montagne, renderne lucide le foglie e staccare i petali dai fiori, colorando di infiniti arcobaleni il fondo della valle.
L’ha guardata e sentita percuotere rumorosamente i ciottoli nel centro della città, farli risplendere nei rari raggi del sole che s’aprivano una strada tra le nuvole, scorrere in minuscoli rivoli tra le pietre tonde, portando via un po’ di sudiciume, fino a perdersi nei tombini.
Balabà conosce la pioggia e sa che talvolta può far male, pure la osserva sempre con un sorriso, serenamente.

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