41° - 18.02.2023

Balabà a volte ascolta con stupore il battito del suo cuore, che ha lasciato in mille luoghi.
Lo ha lasciato nel tramonto davanti a Uluru, il cielo sembrava specchiarsi rosso nel rosso del deserto, nella dolcezza della roccia imponente su cui fissava lo sguardo per osservarne anche il più tenue mutare dei colori, vivi come la pietra maestosa che lo portava indietro nel tempo, a quando il mondo era come un bambino.
Lo ha lasciato ai piedi del Catinaccio, tra gli alberi accanto ai quali camminava lento, seguendo il suo maestro nella ricerca dei porcini, scostando col bastone le foglie di mirtillo e le piantine di fragola, ansioso di vedere la luce del giorno risplendere sulla testa di un fungo coperta di rugiada, pronto a sorridere felice potendo coglierne uno.
Lo ha lasciato camminando accanto a una marea di paglia nel farsi della sera, nell’aria piena di polvere lasciata dietro di sé dalla trebbia nella quale immaginava deporsi i chicchi di grano separati uno dopo l’altro dalle spighe, accarezzati dolcemente dagli ingranaggi rumorosi. Nel finire del giorno il raccolto emoziona e ricompensa.
Lo ha lasciato seduto sulla sabbia candida della spiaggia più amata, nel sole caldo del pomeriggio, osservando bambini costruire castelli, ragazzi inseguire un pallone luccicanti di sudore, giovani donne lucenti di crema conversare distese sui lettini. Poi lo sguardo si adagiava sul morbido susseguirsi delle onde e si smarriva sereno.
Balabà a volte ascolta con stupore il battito del suo cuore, che ha lasciato in mille luoghi, vorrebbe ritornare o andare là dove lasciarlo davvero, con un sorriso, felice di separarsene per sempre.

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