36° - 03.09.2022

Balabà vorrebbe dimenticare anche per pochi istanti la malattia e ciò che gli porta, vorrebbe svanissero in una distesa di colori.
Rivede la piccola cappella di La Morra, i suoi riquadri rossi, gialli, verdi e blu che gli parevano adagiarsi sulle vigne intorno, dipinte in mille modi dall’autunno, altri riquadri, distesi sulle colline delle Langhe di cui sentiva il profumo passeggiando lentamente tra i filari.
Rivede la campagna in piena primavera dall’argine su cui camminava insieme a Doc; il farsi del tramonto spargeva tenue rossore sulla gialla fioritura della colza, sul verde del grano prossimo a spigare e sulla terra bruna disegnata da file di germogli di mais e di bietole.
Rivede le distese di ginestre che abbracciavano l’ampia valle dell’Isola del Sud e stendevano un succedersi di nubi gialle oltre i prati su cui brucavano pecore e mucche, sola placida vita accanto agli alberi e ai recinti che racchiudevano il verdeggiare caldo dei pascoli.
Rivede l’alternarsi di prato e di rocce nel ripido sentiero che saliva, non più racchiuso dai larici e dagli abeti del bosco; di rado alzava lo sguardo dall’erba verde e gialla, dai piccoli fiori azzurri e bianchi, dai sassi grigi per fissare la meta da cui scendeva freddo il vento.
Balabà vorrebbe dimenticare anche per pochi istanti la malattia e ciò che gli porta. Presto, però, sbiadiscono i colori e resta solo la parete ingiallita dal fumo. Breve è il sollievo dei ricordi.

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