35° - 12.08.2022

Balabà si chiede chi scriva i suoi racconti e le sue poesie, di chi siano le fantasie o i ricordi.
Li scrive forse il bambino che alzava lo sguardo irrequieto dal quaderno e osservava malinconico lo scorcio del giardino oltre la finestra, lo spazio dei giochi con due amici, come lui allegri, liberi di gridare inseguendo il pallone.
Li scrive forse il ragazzo che camminava le strade di Londra o di San Francisco scoprendo scorci tante volte sognati, persone sconosciute di ogni età, vestite in mille modi diversi, sorridenti o serie, frettolose o lente, parte della città o, come lui, solo illuse di esserlo.
Li scrive forse il giovane che, alla scrivania in un ufficio all’ultimo piano di un grattacielo di Wall Street, un po’ a fatica continuava a leggere il fascicolo di un prestito obbligazionario o di un’emissione di azioni, impedendosi di guardare New York oltre la finestra.
Li scrive forse l’uomo ormai grigio e calvo che volge le spalle alla terra che ama al di là delle grandi vetrate e scende a passi incerti le scale della casa in cui non vuole domandarsi se tornerà, lasciando che il silenzio avvolga e attenui almeno in parte la tristezza di lasciarla.
Balabà si chiede chi scriva i suoi racconti e le sue poesie, di chi siano le fantasie o i ricordi, anche se sa che tutto gli appartiene, ogni parola nasce dentro di lui e scriverla porta emozione e sollievo, aiutandolo ad avvicinarsi alla sua fine.

Commenti

Post popolari in questo blog

49°

52°

36° - 03.09.2022