34° - 25.07.2022

Balabà si domanda se vedrà spargere le sue ceneri, se dopo c’è un dove potrà farlo.
Vorrebbe ne spargessero un po’ da un cutter di legno che si avvicina prima del tramonto al porto vecchio di Pirano, spinto da una fresca bora estiva che gonfia le vele e fa gemere l’albero e le sartie e mormorare le onde attraversate con decisione dalla prua.
Vorrebbe ne spargessero un po’ sul candore della neve caduta nella notte a Campiglio, camminando nella luce ancora fioca del mattino, che appena attraversa il bosco fitto e si riflette sulla bianca coltre che copre i rami e li piega dolcemente.
Vorrebbe ne spargessero un po’ a Vescovana sul grano nel sole di Maggio che a mezzogiorno accarezza le spighe ormai formate, protese fiere verso il cielo al quale chiedono la pioggia e il calore, tutto ciò che le farà una promessa mantenuta, un raccolto generoso.
Vorrebbe ne spargessero un po’ sulla riva del remoto lago di Te Anau, sui ciottoli grigi, sui quali piano va e viene l’acqua luccicante, mentre al di là della calma superficie azzurra le nuvole bianche scorrono lente sopra le morbide montagne illuminate dal sole che cala.
Balabà si domanda se vedrà spargere le sue ceneri. Se dopo c’è un dove potrà farlo, lo farà sorridendo, accovacciato accanto a Doc e tra persone amate che guarderanno come lui serenamente.

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