32° - 12.06.2022

Balabà guarda il cielo, in attesa di quel raggio di sole.
Vorrebbe essere trafitto camminando piano accanto alle spighe mature di frumento, accarezzandone qualcuna di tanto in tanto, lasciando che il profumo lo avvolga e che gli occhi siano quasi accecati dal loro bagliore dorato nell’avvicinarsi del tramonto.
Vorrebbe essere trafitto sostando in una radura tra gli alberi, in un bosco percorso mille volte sempre scoprendo nuova bellezza, fermo osserverebbe il muschio, i cespugli di mirtillo e di rododendro, alzerebbe infine lo sguardo verso il cielo e tra i rami lo vedrebbe accingersi a farsi rosso.
Vorrebbe essere trafitto percorrendo nel tardo pomeriggio, come non è mai accaduto, il sentiero alto sul mare, osservando com’è differente il panorama rispetto all’alba, come cambiano i colori, come la luce si dispone diversa sul rosmarino fitto e sugli alberi bassi e contorti e sulle onde ormai calme.
Vorrebbe essere trafitto nel luogo più lontano da dove sono trascorsi quasi tutti i suoi giorni, nel paese che ha amato osservando le distese dei pascoli e dei campi nel farsi dell’estate, camminerebbe lungo la sponda di un lago, smarrendosi nel guardare le montagne riflettersi nell’acqua ormai già un po’ rosseggiante.
Balabà guarda il cielo, tra le nubi lo vede apparire poco per volta, avvicinarsi, schiude le braccia e gli si offre, felice che ormai sia subito sera.

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