24° - 22.10.2021

Balabà non ha visto cose che voi umani non potreste immaginarvi.
Non ha visto il tramonto farsi strada su un ghiacciaio, tingerlo poco per volta di rosa e poi di rosso, specchiarsi sul candore della superficie nel suo breve andare, accompagnandolo verso l’oscurità tenera della sera.
Non ha visto un kiwi inoltrarsi tra le felci, nell’aria ancora umida in un tardo mattino di gennaio là dove è estate, camminare sul muschio luccicante e volgere lo sguardo attorno a sé, alla ricerca di una preda da catturare con il lungo becco.
Non ha visto il sole salire lentamente sulle piramidi, sottrarle al buio della notte, spargersi sulle pietre per ridare loro colore, istante dopo istante, stendere le lunghe ombre triangolari sulla sabbia, via via più grandi.
Non ha visto la prua di una barca a vela solcare l’acqua in cui oceani si fondono, davanti a Capo Agulhas, nel silenzio appena increspato dal vento che gonfia fiocco e randa, spingendo lo scafo sulle alte onde morbide.
Balabà non ha visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Ha desiderato vederle. Le ha sognate. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.

Credo tutti voi sappiate che mi sono ispirato alle parole che dice Roy Batty (Rutger Hauer) in una scena cruciale di “Blade Runner”. Sono ormai quasi pronto anche a scrivere le quattro che non ho ripreso, ma si ripetono sempre più spesso dentro di me.

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