16° - 26.05.2021

Balabà accende un sigaro.
Ne ha acceso uno seduto sotto un porticato, davanti al mare di Chia, con già la luna che riportava un po’ di luce nel cielo buio. Sorrise ai suoi amici e si scusò per la nuvola di fumo soffiata verso di loro dal tiepido vento che percorreva la sera ormai fattasi notte e che rendeva più bello chiacchierare.
Ne ha acceso uno davanti al camino che crepitava, osservando le fiamme muoversi ora con garbo ora con rabbia, irrequiete, portando via anche il fumo che scivolava piano tra le sue labbra, sulle quali il sapore del tabacco si mescolava a quello del whisky.
Ne ha acceso uno prima di incamminarsi in campagna nel caldo lieve di un pomeriggio di primavera, ascoltando silenzioso il conversare delle persone che percorrevano con lui le terre verdi, distese di promesse sulle quali posava fiducioso il suo sguardo.
Ne ha acceso uno nel salotto spoglio dell’appartamento di città in cui si consumano i suoi giorni. L’angusto spazio di letture sempre più faticose e brevi, che la stanchezza della sera interrompe, e di note ascoltate forse troppe volte, che più non portano sollievo.
Balabà accende un sigaro, ritrova il piacere e si chiede per quanto ancora ne godrà.

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