13° - 19.04.2021

Balabà guarda il mare.
Lo ha guardato seduto sulla spiaggia, davanti ai capanni dell’Excelsior, col secchiello tra le gambe, distogliendo gli occhi dal castello per fissare la schiuma che raggiungeva minacciosa il suo lavoro.
Lo ha guardato dal 747 che saliva verso il cielo lasciando dietro di sé Nadi e le isole sparse sull’oceano, le barriere coralline e le lagune e i giorni sereni di vacanza.
Lo ha guardato dal sentiero alto sulla costa, mentre ancora la luce si faceva aurora, si spargeva lenta sugli scogli e sulle onde, li mutava sotto il suo sguardo, poco a poco, offrendoli al giorno che nasceva.
Lo ha guardato reggendo il timone, sbirciando le vele, assaporando il vento fresco, ritto nel pozzetto, sentendosi grande e bravo, ma attento alle parole e all’espressione antica di chi gli insegnava cosa fare.
Balabà guarda il mare, vede quell’onda, la vuole grande e potente, capace di portarlo via. Dove vorrà. Comunque a stare meglio.

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