11° - 01.04.2021

Balabà si domanda se scrivere ancora.
Ha scritto del vento, della sua carezza dolce, del suo soffiare rovinoso, del suo portare e portare via, del suo riempire l’aria di suoni, del suo pulire il cielo dalle nubi.
Ha scritto della primavera, dell’emozione di ritrovarla, di vederla riportare i verdi delle foglie e i colori dei fiori, di sentirla riempire l’aria di profumi, di ritrovarla a svegliare animali e ad accogliere il ritorno di uccelli, di scoprirla ancora capace di ridare la vita.
Ha scritto del sole che sorge e che cala, della luce che si diffonde e che svanisce, di ciò che si rianima e che si assopisce al suo andare nel cielo.
Ha scritto della vita, del suo scorrere lenta, dei sentimenti in cui s’accende e in cui langue, del suo vibrare nei dolori e nelle gioie, del suo inevitabile esaurirsi inevitabilmente triste, ma serena.
Balabà guarda il foglio bianco e pensa che prima o poi, forse, scriverà ancora.

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