1° - 25.02.2021

Balabà dorme sulla pancia.
Una volta, quando il sole era verde e il cielo giallo, preferiva giacere sul fianco destro e teneva la testa così da sentire il battito del cuore farsi più lento, fino a che prendeva sonno.
Quando si svegliava, apriva gli occhi subito, per saziare l’avido desiderio di vedere quella sfera verde che spuntava da dietro le montagne blu e rosse, ai piedi delle quali Balabà viveva, e illuminava quelle, eguali, sull’altro lato della valle.
Restava lì a rimirare le une e le altre a lungo, osservando come i raggi verdi si depositassero pigri sugli alberi e sulle rocce, che li riflettevano sempre diversi con il trascorrere del tempo. Era come se innumerevoli arcobaleni continuamente nuovi si formassero davanti ai suoi occhi.
Anche adesso solleva le palpebre più in fretta che può e alza un po’ la testa, a fatica, per guardarsi attorno, ma il sole è rosso e il cielo azzurro, le montagne sono brune e gli alberi verdi e Balabà si smarrisce ancora. Senza tristezza. Gli anni passano, si dice.
 

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